Quando i tifosi seppero che a rinforzare le fila della ABC Chiavarese per difendere l’appena ritrovato posto in serie A sarebbe tornato Lino Bruzzone pensarono
“Non possiamo non farcela”. Il campionato avrebbe avuto un altro epilogo. L”Asso degli Assi. il Drago di Sampierdarena. Nel mondo delle bocce una leggenda. Quello che ha vinto tutto e di più. L’uomo dal braccio d’oro ha 72 primavere e mille battaglie alle spalle, eppure non ha perso la voglia di provarci. Ha accettato la proposta dei verdeblu forse proprio perché gli proponeva l’ennesimo azzardo, l’ennesima missione impossibile.
Crede che la Chiavarese possa salvarsi?
“La classifica dice di sì, le possibilità esistono, ma sono, oggettivamente, poche”
Un pessimismo di facciata?
“No un ragionamento dettato dall’esperienza. Al momento siamo penultimi e abbiamo tre punti di ritardo dal Noventa, quattro dalla Ferriera. Mancano sei turni alla fine della stagione regolare: l’obiettivo minimo è evitare la retrocessione diretta tenendoci alle spalle il Mondovì, garantendoci lo spareggio con la terzultima. Andare più in la lo giudico difficile”:
Quale sarà il momento decisivo?
“Dopo il riposo, in questo fine settimane, andremo a Belluno. Poi il 23 febbraio ospiteremo proprio il Noventa. Ecco lì ci giochiamo le nostre residue carte: se lo battiamo riapriamo la corsa, potremmo anche chiudere davanti ai veneti, fattore essenziale per disputare il play out in casa nostra, al Bocciodromo del Lido. Altrimenti saremo con le spalle al muro perché combattere la sfida decisiva in casa dei veneti significherebbe sconfitta quasi certa”.
Campo impossibile?
“I bocciodromi del Veneto sono quasi inespugnabili in gare di questo genere. Bisognerebbe fornire la prestazione perfetta”.
Exploit che non sono ignoti a un asso come lei…
“Calma qui stiamo parlando di tanti incontri, di tante prove con diverse sfaccettature. I mie compagni sono volenterosi, si battono con grande coraggio ma a questo livello non si improvvisa. Sono lì a dimostrarlo le tante gare che abbiano perso per un soffio. In diverse occasioni, l’ultima proprio nella partita prima della sosta, i casa con la Pontese, abbiamo avuto in mano il risultato clamoroso. In alcuni confronti avevamo un vantaggio che sembrava incolmabile, quando si è trattato di chiudere ci siamo innervositi, e gli avversari, quasi senza crederci, sono riusciti a recuperar e rimontarci”.
La sindrome del braccino corto?
“Sì. Se ho imparato qualcosa nella mia carriera che a volte il nemico peggiore non ce l’hai di fronte, ce l’hai dentro. Ripeto non è colpa dei nostri ragazzi, è questione di mentalità che si acquisisce sul campo, subendo dure lezioni, rialzandosi, correggendosi. In questo senso il tempo lavora a nostro favore, basterebbe un piccolo miglioramento, acquisire un paio di certezze. Io sono convinto che la Noventa non farà tanti punti da qui alla fine, mentre noi abbiamo un paio di occasioni che se colte potrebbero ribaltare il tutto”:
Vede che le è tornato un po’ di ottimismo… E poi c’è sempre lei e il suo “braccio d’oro”!
“Il tempo è spietato. Il braccio potrà essere ancora valido, ma le gambe qualche volta mi tradiscono. Cercherò di dare il mio contributo. Potrò anche essere pessimista ma non mi sono mai arreso, non ho mai lasciato in sessant’anni di gare (primo cartellino a 12 anni Ndr) una battaglia a metà non lo farò certo oggi. Alla sofferenza ci sono abituato, non solo nelle bocce”.
Allude alla sua fede calcistica?
“Ho la stessa età della Sampdoria, siamo nati io e lei nello stesso anno e nello stesso posto, Sampierdarena,. Ne abbiamo avuto di annate tribolate eppure siamo sempre risorti, più forti. Quindi, sì, mi tocca crederci anche stavolta…”
Lino Bruzzone. l’uomo dal braccio che non invecchia. Come potrebbe? La caratteristica principale dell’oro è quella di resistere al tempo e alle intemperie.